lunedì 1 maggio 2017

LA “SCUOLA DI SCIENZE NATURALI” DEL LICEO SPALLANZANI

Escursione del 22 aprile 2017 sui Monti Lucretili, località San Polo dei Cavalieri


Sabato 22 aprile, gli alunni  delle classi 4I, 3E, 3L, 2A e 2F del Liceo Spallanzani accompagnati dai docenti Proff. Felice De Angelis, Tomaso Favale, Luigi De Filippis, Antonella Maugliani, Maurizio Riccio  e dall’Operatore scolastico Sig. Angelo Santiprosperi, in qualità di esperto per la botanica, hanno svolto un’escursione didattica sui Monti Lucretili presso S. Polo dei Cavalieri, in località Fonte Longarina. Autonomamente ha raggiunto il gruppo la Dott.ssa Lucilla Fabrizi, ex studentessa del liceo ed attuale dottoranda in Conservazione dei beni culturali presso la Sapienza Università di Roma e collaboratrice del Museo Geopaleontologico “Ardito Desio” di Rocca di Cave, dell’Università Roma Tre. Le classi, divise in gruppi, hanno applicato sul campo quanto studiato teoricamente in classe con i rispettivi docenti di Scienze Naturali. Inoltre  la classe 2 A, nell’ambito del “Progetto patologie vegetali”, è stata impegnata nelle osservazioni dirette di campagna riguardanti la situazione fitosanitaria del castagneto locale ed in particolar modo del cancro e di altre patologie. Oltre che dal Prof. Riccio la classe è stata accompagnata dal Prof. De Angelis e dal Sig. Santiprosperi. Il progetto, curato dal Prof. Riccio, è iniziato quest’anno ed è destinato a divenire stabile, avendo come scopo quello di sottolineare gli aspetti applicativi della biologia curricolare altrimenti destinati ad avere un ruolo astratto ed a volte noioso. Nell’ambito dell’uscita effettuata i ragazzi hanno visitato il bosco,  del resto non molto ampio, facendo osservazioni corredate da foto e prelievi di campioni di rami infetti e di foglie.  Ne è emersa una situazione fitosanitaria meno grave di quanto si pensasse, con molti alberi che hanno reagito alle infezioni cicatrizzando spesso le ferite, facendo in modo  che la patologia rimanesse confinata ai polloni giovani  e ai rami più piccoli.  I campioni prelevati  e le foto fatte saranno oggetto dell’esposizione  che i docenti e gli alunni stanno curando presso i laboratori del Dipartimento di Scienze del nostro istituto.
Il Prof. Riccio con gli alunni della 2A. Foto De Angelis
Corpi fruttiferi di Criphonectria parasitica su corteccia morta.
Foto: Riccio
Cancro cicatrizzato. Foto: Riccio
Le altre classi con i Proff. Maugliani, De Filippis e Favale, si sono incamminate lungo la strada per il Monte Morra, dedicandosi ad osservazioni geologiche sugli affioramenti calcarei e sulle deformazioni tipicamente oggetto di studio della geologia strutturale, quali faglie e pieghe, mettendo “in pratica” quanto studiato in classe e nel Laboratorio di Scienze della Terra “Renato Funiciello”.
Il Prof. Favale con alcuni studenti a Fonte Longarina. Foto: De Filippis


Il Prof. De Filippis davanti un affioramento “deformato” di Corniola, formazione calcarea di origine marina del  Giurassico inferiore (Sinemuriano Sup.- Pliensbachiano). Foto: De Filippis
A metà mattina il gruppo “geologico” è stato raggiunto da quello “botanico” dei Proff. De Angelis e Riccio in località Fonte Longarina. Quì è presente un limitato affioramento di un calcare in genere color rosso vinaccia, a volte marnoso, chiamato Rosso Ammonitico. 
Affioramento di Rosso Ammonitico in località Fonte Longarina. Foto: De Angelis
Questa formazione, diffusa in tutto l’Appennino centro meridionale, nelle Prealpi e nelle Alpi meridionali, contiene fossili di Ammoniti, molluschi cefalopodi progenitori delle attuali seppie e calamari, che si sono estinti alla fine del Cretaceo, insieme ai dinosauri. Purtroppo l’attuale situazione dell’affioramento, completamente coperto da vegetazione, ha reso vana la ricerca dei molluschi fossili. Un piccolo frammento è stato comunque rinvenuto dalla Dott.ssa Fabrizi!
Da sinistra: Prof. De Filippis, Prof.ssa Maugliani, Dott.ssa Fabrizi, Prof. De Angelis, Prof. Riccio, Prof. Favale, Sig. Santiprosperi. Foto: De Filippis.

Felice De Angelis
Luigi De Filippis
Tomaso Favale
Antonella Maugliani
Maurizio Riccio

lunedì 9 maggio 2016

SERPENTINITE. Gressoney la Trinité

di Felice De Angelis

Cominciamo oggi con la descrizione del primo campione del Laboratorio "Renato Funiciello". E' una serpentinite, una roccia metamorfica a composizione femica, raccolta in Valle d'Aosta, poco sopra Gressoney la Trinité, nelle vicinanze del Colle della Bettaforca. Quando salendo da Gressoney la Trinité si arriva a Staffal, dove termina la strada e ci sono i parcheggi degli impianti di risalita per il Colle Sant'Anna e il Gabiet, ci si trova davanti un'imponente e cupa montagna di colore verdastro, che in parte copre i più lontani ed elevati Castore e Breithorn. E' la Bettaforca, nota tra gli sciatori per la sua pista nera e tra gli alpinisti perché è la via di accesso al Rifugio Quintilo Sella, uno dei più famosi delle Alpi Pennine, posto ad una quota di 3.585 m s.l.m.

Gressoney La Trinité. Località Staffal.

La serpentinite deriva da rocce ignee femiche ed ultrafemiche, cioè con un contenuto di SiO2 inferiore al 52%, che hanno subito il processo metamorfico in ambienti ricchi di acqua, come i fondali oceanici. Queste rocce stanno ad indicare "oceani perduti", cioè oceani o ampi bracci di mare che a causa della convergenza di due placche tettoniche sono scomparsi e le rocce che ne formavano il fondo sono state sollevate durante la conseguente orogenesi.


Serpentinite. Laboratorio di Scienze della Terra "Renato Funiciello". 
La lucentezza delle superfici è data da fibre di serpentino.

La serpentinite di Gressoney deriva dalla chiusura di un vasto braccio di mare che separava la parte occidentale dell'Eurasia dalla placca adriatica o Adria, chiamato Oceano Ligure-Piemontese, formatosi durante il Giurassico. A partire dal medio Cretacico, circa 100 milioni di anni fa, il moto delle placche tettoniche cambiò e l'Oceano Ligure-Piemontese iniziò la sua subduzione sotto la placca adriatica, restringendosi. Questo continuo e graduale restringimento portò nel tardo Cretacico alla collisione tra la placca europea e quella adriatica, innescando il sollevamento della catena alpina. La subduzione continuò durante il Paleocene e l'Eocene, terminando nel Miocene ed ebbe come conseguenza la definitiva scomparsa di questo paleo-oceano e la formazione delle Alpi. 

Paleomappa di Ron Blakey, Northen Arizona University.



mercoledì 2 marzo 2016

Terremoto di Magnitudo M 7.8 al largo di Sumatra

di Felice De Angelis

Un terremoto di Magnitudo M 7.8 ha colpito alle ore 12:49:47 UTC (Tempo Medio di Greenwich) la costa sud occidentale di Sumatra, Indonesia. L'ipocentro è stato localizzato dallo USGS, il Servizio Geologico degli Stati Uniti, a 24 km di profondità, lungo una faglia trascorrente nella litosfera oceanica della placca Indo-Australiana.

Localizzazione dell'epicentro. Immagine USGS.
L'evento sismico è avvenuto ad una distanza angolare di 86,87°, corrispondenti a 9.671 km, dalla stazione sismica del Liceo Spallanzani.
Registrazione dell'evento di Sumatra, canale verticale Z.

Ulteriori notizie possono essere trovate sul sito dell'INGV e dell'USGS.

domenica 28 febbraio 2016

La collezione di minerali, rocce e fossili del Laboratorio di Scienze della Terra "Renato Funiciello"

di Felice De Angelis

Il Laboratorio di Scienze della Terra "Renato Funiciello" del Liceo Spallanzani possiede una buona collezione di minerali, rocce e fossili.
Spesso noi docenti di scienze, tornando da gite, passeggiate sui monti intorno Tivoli, viaggi o vacanze, riempiamo gli zaini, le auto o le valige di campioni. Esemplari provenienti dai Monti Tiburtini e Prenestini, dall'Appennino umbro e abruzzese, dall'Isola d'Elba, dalla Calabria, dalle Alpi (dalla Valle d'Aosta alle Dolomiti passando per quelle lombarde e con una puntatina in quelle austriache nei dintorni di Innsbuck) e dalle Isole Canarie trovano posto sugli scaffali degli armadi o sui banchi del laboratorio. Altri, all'interno di cassetti o di armadi chiusi sono in attesa di essere classificati.
Molte volte abbiamo raccolto i campioni in luoghi impervi e il loro trasporto è stato arduo a causa dei difficili sentieri di montagna e del loro peso. Ma per un geologo ne vale sempre la pena!




Pian piano saranno descritti i più significativi e i più rari, che non sfigurerebbero in un museo universitario o di scienze naturali.

lunedì 15 febbraio 2016

Conferenze Spallanzani 2015/2016

di Felice De Angelis

Lo scorso 10 febbraio è terminato il ciclo di conferenze organizzato dal Dipartimento di Scienze del Liceo Spallanzani per l'anno scolastico 2015/2016.
Un pubblico formato da studenti del liceo, insegnanti di altre scuole e cittadini di Tivoli ha sempre riempito l'aula magna dello Spallanzani al limite della sua capienza.
Le conferenze si sono aperte il 25 novembre 2015 con la lectio magistralis dal titolo "Noi e i rischi geologici" del Prof. Gabriele Scarascia Mugnozza del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza Università di Roma e pro rettore della stessa. Il Prof. Scarascia ha illustrato con estrema chiarezza ad una attenta platea i rischi legati a fenomeni geologici come frane ed alluvioni.
Il successivo 9 dicembre è stata la volta del Prof. Carmelo Petronio, paleontologo del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza, che ha superbamente spiegato l'evoluzione recente del territorio laziale con una conferenza dal titolo "I grandi vertebrati della campagna romana". Il suo intervento è stato coadiuvato dallo studioso tiburtino ed ex alunno del Liceo Spallanzani Ing. Piero Ceruleo, in qualità di esperto dell'evoluzione umana nel nostro territorio.
Dopo una pausa per il periodo natalizio, le conferenze sono riprese il 20 gennaio con una bellissima ed interessante lectio magistralis del Prof. Carlo Doglioni, "La geodinamica terrestre e i terremoti". Il Prof. Doglioni, geodinamico, anche lui del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza, ha parlato con estrema chiarezza e competenza della tettonica delle placche litosferiche, di cui è uno dei massimi esperti mondiali, e dei terremoti generati dal moto delle placche stesse.
Il 27 gennaio il Prof. Giorgio Manzi, paleoantropologo del Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza Università di Roma, ha brillantemente illustrato attraverso la lectio magistralis "Sulle tracce dell'evoluzione umana" le ultime scoperte riguardanti l'evoluzione della nostra specie. Il Prof. Manzi cura mensilmente la rubrica Homo sapiens sulla prestigiosa rivista scientifica Le Scienze, edizione italiana di Scientific American.
Il ciclo di conferenze si è chiuso il 10 febbraio con il Prof. Roberto Mazza, idrogeologo del Dipartimento di Scienze, dell'Università Roma Tre, con un'interessante lezione dal titolo "Dove si trova l'acqua nel sottosuolo?" Il ciclo dell'acqua, le rocce permeabili, le rocce impermeabili e le sorgenti sono state il focus dell'intervento.
Un vero successo per il Liceo Spallanzani, che sarà ripetuto anche il prossimo anno scolastico con un nuovo ciclo di conferenze già messe in cantiere dal Dipartimento di Scienze.

Il Prof. Scarascia Mugnozza durante la lectio magistralis.

Il Dott. Andrea Billi geologo strutturale del CNR - IGAG (Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria).

Foto di gruppo nel Laboratorio di Scienze della Terra "Renato Funiciello".
Da sinistra i Proff. Luigi De Filippis, Maurizio Riccio, Gabriele Scarascia Mugnozza,
Felice De Angelis, Massimiliano Felli, Tomaso Favale.

La conferenza del Prof. Petronio.

L'Ing. Piero Ceruleo.

Da sinistra l'Ing. Piero Ceruleo, i Proff. Tomaso Favale, Carmelo Petronio, Maurizio Riccio,
Felice De Angelis, Luigi De Filippis, Massimiliano Felli, Roberta Luciani
e l'Assistente tecnico del Dipartimento di Scienze Romina Ruggeri.

Il Prof. Doglioni prima della sua lectio magistralis.

Il Prof. Doglioni con il Prof. De Filippis durante la conferenza.

Da sinistra i Proff. Massimiliano Felli, Felice De Angelis, Tomaso Favale, Carlo Doglioni, Luigi de Filippis.

Il Prof. Manzi durante la conferenza.

Il pubblico di studenti e di insegnanti.

Foto di gruppo al termine della conferenza. Da sinistra Prof. Luigi De Filippis, Dott.ssa Ilaria Mazzini
geologa CNR - IGAG (Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria), Proff. Giorgio Manzi,
Maurizio Riccio, Felice De Angelis, Tomaso Favale, Massimiliano Felli.

Il Prof. Roberto Mazza.

Il Prof. Mazza e il Prof. De Filippis.

Da sinistra Proff. Massimiliano Felli, Luigi De Filippis, Roberto Mazza,
Felice De Angelis, Maurizio Riccio, Gabriella Pedone.

giovedì 12 novembre 2015

Escursione nella Riserva di Monte Catillo: curiosità botaniche.

di Maurizio Riccio


Durante la nostra passeggiata didattica abbiamo incontrato, inerpicandoci lungo la stradina che conduce da Casale S. Angelo fino a Colle Mariano, alcuni esemplari di Quercus suber, la quercia da sughero, latifoglia arborea sempreverde non sempre presente nel territorio italiano. La troviamo infatti soltanto lungo le coste  occidentali del Mediterraneo, nella quasi intera Spagna e in Italia lungo tutta la costa tirrenica, principalmente Toscana, in minor parte nel Lazio, Puglia, Campania e Calabria. E’ più diffusa nella isole, specialmente in Sardegna, dove in 60.676 ha ci sono circa 2 milioni e mezzo di piante in coltura.  Essa predilige terreni posti nel Lauretum medio,  derivanti dal disfacimento di rocce ignee acide (graniti, rioliti) e  piroclastiche ed eccezionalmente su suoli basici, quali calcari e dolomie se decalcificati (ferretti). La presenza nel territorio tiburtino risulta spiegabile secondo due diverse interpretazioni. Una, quella del Montelucci (1984), imputa questa presenza all’azione dell’aerosol formato dalle cascate limitrofe, che riempie la valle di umidità di cui la specie è amante. L’altra, che ho raccolto lungo i corridoi della facoltà di Agraria della Tuscia di Viterbo, indica invece la presenza come legata alle coperture tufacee che prima coprivano tutto il territorio e che oggi troviamo solo ai piedi dei rilievi e nelle valli, ipotesi che giustificherebbe la diminuita presenza areale che oggi registriamo.
Areale della Quercus suber - imm. Wikipedia

Quercus suber - imm. Wikipedia




Escursione didattica nella Riserva di Monte Catillo

di Felice De Angelis

Il giorno 7 novembre 2015 si è tenuta un’uscita didattica all’interno della Riserva Naturale di Monte Catillo, brillantemente organizzata dal Prof. Maurizio Riccio del Dipartimento di Scienze del Liceo Spallanzani, avente come obiettivo la conoscenza diretta della geologia e della botanica dell’area compresa tra Monte Catillo e Monte Sterparo.
L’escursione, che ha avuto come itinerario la carrareccia che da Via Quintilio Varo conduce a Fonte Bologna, ha visto la partecipazione delle classi di Liceo Scientifico 4aA e 4aI e di quelle delle Scienze Applicate 4aE e 4aL.
Oltre al Prof. Maurizio Riccio, geologo e forestale, hanno partecipato all’uscita didattica i 
Proff. Felice De Angelis, Luigi De Filippis e Tomaso Favale, tutti e tre geologi, e i Proff. Massimiliano Iannilli e Proietti Roberto. Un ulteriore accompagnatore è stato il naturalista esperto di erpetologia ed ex alunno del Liceo Spallanzani Niccolò Borgianni.
                                Mappa dell'escursione.
                               In cammino lungo Via Quintilio Varo.

                               Il Prof. Riccio illustra l’escursione.

                                Il gruppo dei docenti e degli accompagnatori: da sinistra
                                Niccolò Borgianni, Roberto Proietti, Tomaso Favale,
                                Felice De Angelis, Luigi De Filippis con la figlia Giulia, 
                                Maurizio Riccio, Massimiliano Iannilli.

                                Cartello esplicativo della riserva nel punto panoramico sopra
                                il Casale Sant’Angelo.